
A cura di Pietro Magrin – CEO Primary System Research SpA
Siamo già immersi nella quarta rivoluzione industriale e il mondo produttivo non è ormai quello che conoscevamo fino a qualche tempo fa. L’innovazione è per le imprese una questione vitale, e quelle che non si attrezzano velocemente sono condannate ad estinguersi.
Il mantra che quotidianamente recitano le nuove smart factory si declina in robotica, automazione, intelligenza artificiale (AI), Internet of Things (IOT ), Big Data. Ma non deve essere dimenticata l’intelligenza umana.
Il tasso di penetrazione della robotica in Italia è stimato in 185 unità per 10mila addetti. Il mercato ha quindi un grande potenziale di crescita nei prossimi anni. Uno degli strumenti che consente un significativo vantaggio competitivo sono le soluzioni integrate “one-stop-shop”, che permettono alle aziende output produttivi allineati con la variabilità della richiesta.
In questo ambiente di lavoro, le macchine dovranno non solo comunicare tra loro ma anche con l’uomo, che non sarà quindi per niente destinato ad essere accantonato. Infatti, tutte le soluzioni di assemblaggio integrate già consentono di creare nuovi prodotti partendo da centinaia di singoli componenti, favorendo lo sviluppo di processi di assemblaggio ibridi dove vengono coordinate le efficienze delle macchine con le qualità dell’uomo.
In queste nuove filiere tecnologiche, un ruolo centrale sarà sempre più occupato dei sistemi IoT, in grado di ricevere e gestire in maniera integrata grandi quantità di dati che rielaborati a loro volta da sistemi di intelligenza artificiale consentono di ottimizzare i costi oltre ad efficientare la produzione e la vendita. Tanto nella produzione quanto nella logistica ci sarà quindi la possibilità di programmare ritmi e tempi produttivi eliminando sprechi ed inefficienze.
Se le macchine avranno quindi comunque bisogno di uomini, questi dovranno necessariamente acquisire nuove competenze per il loro utilizzo ottimale.
L’osservatorio Industria 4.o del Politecnico di Milano stima che solo il 6% delle aziende italiane ha già completato l’analisi delle competenze che servono per mettere a punto il piano di innovazione digitale, mentre il 42% sta ancora effettuando l’esame.
La formazione delle risorse è quindi oggi un punto cruciale per consentire lo sviluppo di questa fase industriale. Anche in questo delicato passaggio l’innovazione proposta dagli strumenti di e-learning, di gaming o di realtà aumentata affiancherà i tradizionali percorsi formativi per cogliere appieno le possibilità tecniche offerte dai nuovi processi industriali.
Da ultimo, un altro aspetto che le smart factory non dovranno sottovalutare è quello della cybersecurity ponendo così al riparo i preziosi sistemi informatici dalle possibili vulnerabilità e impedire furti e intrusioni. Sarà sempre più importante quindi investire nella protezione di queste risorse non limitandosi come in passato a sorvegliare solamente i propri stabilimenti industriali fisici e le proprie merci.